Inv. Scu 225
La lastra, definita in alto da un listello, in origine doveva decorare il lato di un sarcofago; offre la raffigurazione di un dromedario in movimento da sinistra verso destra, preceduto da una figura maschile, abbigliata con corta tunica e mantello, con un pungolo nella destra e l’estremità della fune nella mano sinistra.
La qualità del marmo, la presenza del listello superiore, la resa appiattita della composizione, che nelle parti di secondo piano si riduce a una linea di contorno, suggeriscono che la lastra doveva decorare il lato breve di un sarcofago di grandi dimensioni.
E’ possibile anche che il resto dell’inquadratura modanata, riconoscibile in corrispondenza degli spessori, definisse un pannello che doveva prendere posto sulla fronte, mentre al centro poteva essere collocata la raffigurazione del defunto.
Raffigurazioni di dromedari sostituiscono nel mondo greco quelle dei cammelli a partire dal IV secolo a.C.: si incontrano su un numero rilevante di oggetti di differente funzione e natura, dalle statuette ai rilievi votivi, dalle monete ai rilievi storici, dagli oggetti di uso domestico ai mosaici.
I dromedari erano utilizzati per il trasferimento di merci lungo le piste delle zone aride dell’Oriente e dell’Africa; l’assenza del carico rende tuttavia dubbia la possibilità di collegare la nostra immagine ad attività di natura commerciale; che infatti si tratti, piuttosto che di un carico, di un basto coperto da una gualdrappa che scende sotto il ventre, è reso probabile dal confronto con le alte selle di tipo nord-arabico conosciute attraverso i rilievi palmireni che, nella veduta di profilo, possono perfino superare l’altezza delle teste dei dromedari.
La resa appiattita del rilievo, l’uso di una linea incisa che in alcune parti definisce le figure, il trattamento della barba e, in generale, le caratteristiche formali della testa del personaggio col dromedario, non da ultimo la consistente altezza della cassa inducono a collocare il frammento nella prima metà del III secolo d.C. (200-250).