Statua femminile panneggiata

Inv. Scu 1122

La statua,stante, con le gambe leggermente divaricate, indossa un lungo chitone e un’himation. Quest’ultimo, che le copre la spalla sinistra, avvolgendole completamente anche il braccio e la mano, si dispone sul petto con tre grosse pieghe e, ricadendo lungo il corpo, lascia scoperti i piedi con i sandali.

Il viso della fanciulla, così come la parte superiore del corpo, ha un’espressione infantile in atteggiamento quasi sentimentale, in contrasto con il resto del corpo che sembrerebbe adattarsi meglio ad una donna adulta.

La statua è collocata sul plinto in posizione obliqua, come la fanciulla con peplo con la quale ha in comune molte caratteristiche: l’altezza, ad esempio, la lavorazione della testa eseguita separatamente, la qualità del marmo, la poca accuratezza delle superfici posteriori che quindi non dovevano essere visibili, la pelle lucida e levigata, la lavorazione grezza, eseguita solo con lo scalpello, dei capelli raccolti dietro la nuca e divisi sulla fronte.

Dunque si deve presupporre che le due statue fossero opera della stessa officina e facessero parte, probabilmente, dello stesso gruppo scultoreo. Data la posizione di tre quarti si potrebbe dedurre una collocazione del gruppo in uno spazio semicircolare.

Si tratta di un prodotto di scuola eclettica che trae ispirazione da fonti attiche; ad esempio nell’espressione sentimentale si coglie l’influenza prassitelica. Le integrazioni in gesso delle parti mancanti sono state rimosse.

La statua, rinvenuta nei pressi di Piazza Dante, è stata datata tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. (50-138 d.C.).