Inv. Scu 458
Il ritratto, più grande del naturale, raffigura un uomo di mezza età con la testa rivolta allo spettatore. Il busto moderno è tagliato all’altezza del petto.
L’età dell’uomo è denunciata dalle rughe sulla fronte e intorno alla bocca, dalle borse al di sotto degli occhi e in generale da una certa mollezza dell’epidermide.
Gli occhi, allungati, con pupilla e iride incisa, sono sormontati da spesse palpebre; il naso è regolare, mentre la bocca, socchiusa, è quasi nascosta dai folti baffi.
I capelli ricciuti si dispongono sulla fronte alta in modo piuttosto disordinato; la lunga barba, a ciocche ondulate, si divide al centro del mento in due unità distinte.
L’uso del trapano corrente nella lavorazione di capelli e barba data il ritratto agli inizi del III secolo d.C. L’esistenza di un certo numero di repliche dello stesso ritratto suggerisce che questo potesse rappresentare un personaggio di rango elevato, probabilmente vicino alla famiglia imperiale.
Già nella collezione del cardinale Alessandro Albani, il ritratto è stato acquisito per i Musei Capitolini nel 1733. Una volta trasferito al Palazzo Nuovo, il ritratto venne esposto nella Sala degli Imperatori in virtù di una vecchia e arbitraria identificazione con l’imperatore Pertinace (193 d.C.).