Inv. Scu 27
La statua in granito grigio si conserva per la sola metà inferiore; ad essere rappresentato è un personaggio maschile inginocchiato con gonnellino rituale a fitte pieghe (shendyt). Il tipo scultoreo è noto come Naoforo, in quanto il personaggio (defunto o vivente) è raffigurato nell’atto di portare in processione un tempietto (naos) o una divinità.
La tipologia della statua era molto diffusa nell’antico Egitto ed era in genere associata a figure di spicco quali faraoni, sacerdoti e notabili.
Tali statue erano solitamente collocate all’interno dei recinti sacri dei santuari in modo che il personaggio rappresentato potesse eternamente partecipare al culto della divinità e alle offerte in suo onore.
Le iscrizioni sul pilastro indicano che ad essere raffigurato è il faraone Ramesses II, grande sovrano d’Egitto, noto per le sue imprese militari e per il suo ruolo di infaticabile costruttore. L’opera è ritenuta un manufatto della XIX dinastia egizia, che fiorì nel XIII sec. a.C.
La scultura in questione fu ritrovata in via Nazionale in occasione dei lavori connessi alla costruzione dell’attuale Palazzo delle Esposizioni. Alla fine del XIX secolo nella stessa area furono rinvenuti un mosaico nilotico e una base con la rappresentazione del fiume Nilo; tali elementi di decoro sarebbero riconducibili al tempio di Serapide, probabilmente posto nella Piazza del Quirinale o presso la chiesa di San Silvestro al Quirinale.