Statua equestre di Marco Aurelio

Inv. Scu 3247

L’imperatore è raffigurato in sella ad un cavallo che procede al passo, con due soli zoccoli posati sul basamento; è probabile che al di sotto della zampa anteriore fosse la figura di un nemico vinto; doveva tenere un oggetto nella mano sinistra, rivolta verso l’alto: si è pensato ad uno scettro, a un globo o a una statuetta di una Vittoria, ma probabilmente la posizione delle dita indica che reggeva le redini.

La destra è tesa in avanti nel gesto tipico con cui un oratore parlava ad una folla riunita (adlocutio). Egli indossa la tunica e il mantello (paludamentum) e ai piedi ha calzature tipiche dei personaggi di alto rango (calcei patricii o senatorii).

Si tratta dell’unica statua equestre integra conservata dall’Antichità: in età tardo-imperiale ve ne erano a Roma ben 22. La sua conservazione, dovuta ad una errata identificazione con Costantino, ha fatto assumere all’opera un rilievo eccezionale

Il luogo di collocazione originario non è noto, ma in epoca medievale la statua si trovava dinanzi ai Palazzi Lateranensi. Nel 1538 essa venne trasferita nella Piazza Capitolina, per volere di Papa Paolo III Farnese (1534-1549).

La statua fu collocata al centro della piazza, divenendo il fulcro della sistemazione michelangiolesca dell’intero complesso.

Nel 1981 la statua fu rimossa dal basamento michelangiolesco e, dopo una complessa operazione di restauro, è stata collocata nell’Esedra all’interno del Palazzo dei Conservatori, inaugurata nel 2005.

Il ritratto presenta caratteristiche che lo fanno ritenere una copia di un tipo ufficiale (cosiddetto ritratto di III tipo) elaborata negli anni 160-161 d.C., cioè agli inizi del regno di Marco Aurelio: viso largo, sopracciglia arcuate, capelli ricciuti e folta barba. Vi sono tuttavia commistioni con elementi del tipo ritrattistico successivo, elaborato nel 176 d.C.