Inv. Scu 988
La statua raffigura un eroe in atto di salire sul carro e farebbe parte di un gruppo con carro e cavallo.
La ricostruzione prevede che il giovane eroe stia salendo su un carro e regga le briglie con le mani. Data la sua nudità, si tratterebbe non di un vero auriga ma di un eroe greco che guida personalmente il suo carro. Stringe al suo fianco la preda, un personaggio femminile, con il braccio destro.
La scultura e’ stata ricomposta. Il braccio destro, che doveva essere lavorato a parte, era innestato tramite un perno quadrangolare di cui e’ visibile ancora il foro di fissaggio.
A sostegno della statua restaurata fu adoperato una sorta di colonnotto semicilindrico posto sotto i glutei. Oggi è montata su un supporto che ha la funzione ricostruire il gruppo dell’auriga col cavallo e carro.
Le tracce di un sostegno antico sono, invece, riconoscibili nella parte posteriore della coscia destra.
Il modo con cui sono trattati i capelli, la spigolosita’ delle arcate sopraciliari, la struttura articolata ed analitica delle masse muscolari rendono verosimile una dipendenza da modelli in bronzo.
La statua potrebbe essere copia da un originale greco di stile severo, oppure opera di un artista che si ispirò liberamente ai molti modelli di opere di stile severo. Infatti la testa somiglia alla testa dell’Apollo detto dell’Omphalos del 470-460 a.C.
La mancanza di qualunque traccia d’uso del trapano corrente, ad esclusione del foro centrale dei riccioletti a chiocciola dei peli del pube, il rendimento plastico e dettagliato della capigliatura, delle superfici del volto e del corpo, farebbero collocare la realizzazione della statua in eta’ claudia.
Si tratta dunque di una copia in marmo realizzata in età claudia (41-54 d.C.) da originale bronzeo della metà del V secolo a.C.
La statua fu ritrovata sull’ Esquilino nei pressi di Sant’ Eusebio, nell’area occupata in età imperiale dagli Horti di Mecenate .