Ritratto maschile di formato colossale

Inv. Scu 732

Testa giovanile imberbe; la capigliatura, a ciocche ondulate e mosse sul davanti, reca sul retro un cercine attraversato da sette fori all’interno dei quali dovevano essere fissati altrettanti raggi metallici.
Il volto risulta dominato da un forte accento patetico evidente nella torsione del viso verso sinistra, nella resa delle labbra carnose e dischiuse, nel taglio dei grandi occhi spalancati e nell’effetto di chiaroscuro che anima in superficie i piani del viso.

Winckelmann lo riteneva un ritratto di Alessandro Magno; le caratteristiche del volto, per quanto idealizzate, potrebbero essere ricondotte all’iconografia del sovrano macedone.
La testa cinta da una corona di raggi metallici indica che Alessandro è in questo caso assimilato ad Helios , probabilmente lo stesso Helios raffigurato a Rodi sia da Lisippo che dal suo allievo Chares di Lindos.

La scultura è da considerare una replica di età adrianea (117-138 d.C.) di un originale di inizi III a.C. di scuola lisippea di ambito rodio. Meno convincente è l’ipotesi che l’archetipo fosse di età tardo ellenistica, influenzato dalla scultura pergamena.