Inv. Scu 731
Statua femminile di dimensioni superiori al vero. La figura è impostata sulla gamba sinistra arretrata mentre la destra è avanzata; la testa è volta verso sinistra. La dea indossa una tunica (chitone) smanicata legata subito sotto il seno e un mantello (himation) che corre in due larghi e pesanti risvolti dai bordi frangiati a coprire la metà inferiore della figura. Entrambe le braccia sono di restauro.
Dubbi originari sulla reale pertinenza della testa alla statua sono ormai superati in quanto si è visto che fu ottenuta dallo stesso blocco in cui venne scolpito parte del chitone.
Ancora si discute, invece, sull’identità della figura: Amazzone, Melpomene o Persefone fino all’identificazione con Hera/Giunone avanzata già agli inizi del Settecento, interpretazione che, in realtà, non risulta provata da nessun dato certo.
L’altissima qualità dell’opera e una serie di confronti con altre statue femminili provenienti da Pergamo, suggeriscono che si tratti di un originale da attribuire a scuola pergamena. Piuttosto che ipotizzare un bottino di guerra, si potrebbe pensare ad una immagine di divinità scolpita su commissione da un artista microasiatico.
Si può datare al secondo quarto del II sec. a.C. , per confronti con altre statue femminili pergamente panneggiate e per il volume più disteso delle vesti e dei panneggi.
Parte della Collezione Cesi, confluì poi nella Collezione Albani per entrare nel Museo Capitolino nel 1733.