Inv. Scu 462
Busto femminile tagliato al di sotto del seno e abbigliato con tunica e mantello.
Vi è stata ravvisata una considerevole somiglianza con un ritratto di Giulia Domna proveniente da Gabii; l’acconciatura della testa dei Capitolini si è ispirata ad una reale pettinatura, rimasta in voga per un periodo abbastanza lungo, tra la fine del II e l’inizio del III secolo d.C., che si trova non solo in Giulia Domna ma, già prima, all’epoca di Commodo (180-192 d.C.), in Crispina e Corinificia , moglie e sorella dell’imperatore.
La capigliatura un tempo removibile è andata perduta ed è stata sostituita dall’attuale in gesso, non sappiamo in che epoca, ma porobabilmente al momento della formazione della collezione Albani ; l’assenza dei capelli orignari e i danni ad alcuni dettagli del volto non consentono un’identificazione certa.
Il viso, volto lievemente a destra, è caratterizzato da folte sopracciglia, occhi segnati da spesse palpebre, con iride e pupille incise, naso largo e labbra strette e chiuse. I capelli, originariamente mobili, sono acconciati con la pettinatura tipica dell’ età severiana : onde soffici che incorniciano il volto, poi raccolte in una crocchia circolare all’altezza della nuca.
L’integrazione della parrucca è avvenuta probabilmente perchè nel ritratto è stata riconosciuta l’immagine di Giulia Domna, forse sulla base dei tratti del viso e della forma del busto; quest’ ultimo, d’altronde, è databile ad un periodo compreso tra il 185 e il 220 d.C.
Data l’incerteza della attribuzione, non è da escludere che si tratti di un ritratto di una qualche altolocata matrona romana, anche se non si addice la levigatura del marmo, che dà alla pelle del viso un aspetto troppo giovanile.
L’opera è stata rinvenuta probabilmente a Roma.