Inv. Scu 383
Ercole fanciullo, con la pelle di leone a coprire la testa, si appoggia ad una clava clava con il braccio sinistro in attitudine di riposo, il peso del corpo è concentrato sulla gamba destra; la mano destra, nascosta dietro la schiena, stringe le tre mele delle Esperidi che fanno riferimento alla dodicesima e ultima delle fatiche dell’eroe. Le gambe e il braccio sinistro sono il risultato di un restauro moderno.
Due statue simili, raffiguranti Ercole bambino con le mele delle Esperidi, si conservano oggi nel Salone del Palazzo Nuovo (Scu 1016) e nella Sala degli Horti Lamiani del Palazzo dei Conservatori (Scu 1103). Il tipo è ben conosciuto grazie all’Ercole Farnese oggi al Museo Archeologico di Napoli.
La statua, databile tra la fine dell’ età antonina e l’inizio dell’ età severiana è stata rinvenuta in Umbria, a Bevagna nel 1813.