Inv. Scu 254
La scultura raffigura uno dei figli di Niobe, ucciso da Apollo; faceva parte del gruppo che rappresentava la strage dei Niobidi, il cui originale è stato talvolta attribuito a Skopas.
Il volto tradisce una chiara intonazione patetica, evidente nel trattamento delle sopracciglia, delle arcate orbitali e delle labbra carnose e dischiuse.
Il giovane, interamente nudo ad eccezione di un mantello che gli ricade su parte della coscia destra, è raffigurato con il ginocchio sinistro al suolo, la gamba destra allungata di lato. Il busto è in torsione verso sinistra, lato sul quale è inclinato anche il capo, di conseguenza le spalle sono alquanto sbilanciate.
L’ambientazione della uccisione dei figli di Niobe, in uno scenario agreste è garantita dalla resa della base della statua, conformata come un suolo roccioso e dallo sperone in forma di roccia su cui il fanciullo posa una mano, nel tentativo di sostenersi.
L’opera, rinvenuta probabilmente a Roma, è ritenuta una copia romana di età imperiale di un originale greco del IV sec. a.C.