Inv. Scu 56
La statua frammentata, di dimensioni colossali, generalmente interpretata come figura femminile, potrebbe raffigurare anche un Apollo citaredo ed essere quindi integrata con una cetra nel braccio sinistro.
Il peplo dorico, tipico delle rappresentazioni di Atena, viene infatti adottato a partire dalla metà del IV secolo a.C. dall’iconografia del Citaredo, cui si addice la posa generale del frammento, che appunto sembra aver sostenuto un attributo con il braccio sinistro intorno al quale si avvolgeva il panneggio.
Il frammento sembra riconducibile a un’ispirazione eclettica che mescola elementi di pieno V secolo a.C., quali l’apertura a zig-zag delle falde del peplo sul lato destro, con altri più tardi come l’adozione della cintura alta e la disposizione del panneggio aderente allo stinco sinistro, di tradizione di Scopas.
Il frammento spicca tra le opere in porfido tutt’oggi note per la complessità del gioco superficiale del panneggio che, rifuggendo dalla semplificazione consueta nella lavorazione in questo difficile materiale, dimostra invece notevole sensibilità e vivacità.
E’ possibile proporre una datazione ad età giulio-claudia (30-60 d.C.), presumibilmente neroniana; sotto Nerone infatti la figura di Apollo citaredo godette di rinnovata popolarità.
La tradizionale reticenza a datare opere in porfido nel I secolo d.C. può infatti venire superata se si considerano diversi accenni delle fonti letterarie ed alcuni confronti nella statuaria.
Nel 1730 la statua si trovava ai piedi della scalinata di Santa Maria in Aracoeli.