Inv. Scu 16
Si tratta di due statue speculari che raffigurano Pan, il dio greco della vita campestre e della natura, collegato al culto di Dioniso.
Il dio, come di consueto, è raffigurato con zampe, zoccoli e corna caprini, mentre la parte superiore del busto è in forma umana. L’alternanza di piani levigati in contrasto con superfici chiaroscurate coperte di peli arruffati fa risaltare la doppia natura umana e ferina.
Pan indossa una pelle di pantera fissata sulla spalla sinistra; nella mano sinistra, abbassata e vicina al fianco, regge un grosso grappolo d’uva. Il suo braccio destro è sollevato a reggere sul capo un canestro colmo d’uva, circostanza indicata da alcuni come indizio del fatto che, in origine, la scultura svolgeva la funzione di sostegno architettonico (telamone). Lo spessore minimo delle lastre e la larghezza delle stesse, ridotta rispetto all’ingombro della figura, suggeriscono piuttosto il loro inserimento all’interno di una muratura o l’allettamento in un’altra superficie marmorea indicando un continuo decorativo del quale le sculture dovevano essere parte: più che telamoni, quindi, potrebbero essere stati elementi portanti-decorativi di un complesso monumentale.
La pregevolezza delle superfici e la particolare maestria del modellato suggeriscono di poter considerare l’opera come appartenente alla tarda età ellenistica. Al contrario, l’altra scultura di Pan, caratterizzata da un diverso trattamento della superficie, potrebbe essere stata rilavorata in età successiva.
A lungo si è ritenuto che le due sculture provenissero dal teatro di Pompeo riconducendo, erroneamente, al loro ritrovamento il toponimo “piazza dei Satiri” attestato, in realtà, molto più tardi, dalla metà del ‘700.
Negli studi più recenti non si dispone di elementi sicuri circa la loro provenienza dal Teatro di Pompeo e risulta molto difficile riferire il loro ritrovamento ad una delle tante proprietà dei della Valle.
Le due sculture sono note con il nome di Satiri della Valle, per essere state a lungo nel cortile del Palazzo della Valle (non lontano da piazza Navona) divenendo motivo di attrazione e ammirazione per artisti e viaggiatori del ‘500. Per un breve periodo, nel 1513, furono poste nell’arco di trionfo eretto su via Papale per tornare, poi, nel Palazzo della Valle. Dopo essere transitate nella collezione del Cardinale Alessandro Albani, nel 1734 le due statue furono collocate a Palazzo Nuovo ai lati della fontana del Marforio.