Inv. Noi 1
Sulla Piazza del Campidoglio è collocata dal 1997 la copia del gruppo in bronzo dorato raffigurante l’imperatore Marco Aurelio a cavallo.
Si tratta di una copia assolutamente fedele all’ originale, basata su un rilievo fotogrammetrico che ha consentito la progettazione e la composizione di un modello dal quale, dopo le opportune integrazioni, è stata realizzata la riproduzione in metallo.
L’originale era stato rimosso dalla piazza del Campidoglio nel 1981, quando era stata trasportato all’ Istituto Centrale per il Restauro, per essere sottoposto ad accertamenti diagnostici e interventi di restauro che ponessero rimedio ai danni causati dall’ esposizione agli agenti atmosferici e all’ inquinamento.
Dal 2005 è esposto nella cosiddetta Esedra di Marco Aurelio, una grande aula, progettata dall’architetto Carlo Aymonino, nell’ area del cosiddetto Giardino Romano, sempre all’ interno dei Musei Capitolini, per contenere il Gruppo di Marco Aurelio e altri importanti bronzi delle collezioni capitoline.
Tra le diverse tecniche utilizzabili per realizzare una copia tridimensionale da un originale, è stato scelto di utilizzare il metodo indiretto della fotogrammetria per eliminare qualsiasi rischio di danneggiamento delle delicatissime superfici, ancora in parte ricoperte da una sottile lamina d’oro.
Il modello fotogrammetrico, realizzato nei laboratori di Fisica dell’Istituto Centrale del Restauro a Roma, era composto da sezioni sovrapposte realizzate in cloruro di polivinile dello spessore di 5 millimetri ciascuno che creavano sovrapponendosi una superficie a minuscoli gradini che è stata resa continua con integrando tali vuoti con materiali plastici (plastilina).
La fedeltà al modello originale è stata garantita dalla riproduzione esatta delle volumetrie ma non si è voluto creare un “falso”: non sono infatti stati riprodotti tutti i segni lasciati dagli innumerevoli interventi sulle superfici (tasselli, toppe, riparazioni, eccetera) che costituiscono una vera e propria narrazione delle vicende occorse al gruppo originale nella sua quasi bimillenaria esistenza.
La superficie del modello è stata infine sottoposta allo scorrimento di piccole sfere di gesso che hanno creato un effetto “granulato” proprio di una superficie esposta per molto tempo.
Il passo successivo alla modellazione è stata “la formatura ” del monumento secondo i tagli della fusione originale del II secolo: 17 per il cavallo, 14 per il cavaliere. La fusione è stata realizzata con la tecnica della cera persa indiretta.