Inv. Scu 1070
La mano è un’opera in bronzo caratterizzata da una patina verde chiaro.
La lacerazione interna della mano stà a significare che un tempo essa tenesse un qualche oggetto, poi strappatole via e non è possibile dubitare sul fatto che fosse identica alla mano presente in passato presso il Laterano e che tenessero rispettivamente uno dei globi oggi al museo, entrambi chiamati “Palla Sansonis” nel Medioevo.
Nel 1170 lo citano sia Benjamin of Tudela che il Magistri Gregorius. Successivamente fu posta in salvo, insieme alla testa colossale (ritenuta di Costanzo I) e la statua equestre del Marco Aurelio, per essere esposta con le altre; allo stesso tempo Cyriaco D’Ancona nel 1453/65 la testimonia ancora col globo.
Ancora è un mistero se la mano rientrasse o meno tra le opere della “Donazione di Sisto IV”, ma fu certamente vista qui da fra Giocondo che la copiò e usò tale copia per la decorazione del teatro provvisorio, eretto sul colle Capitolino, in onore di Lorenzo e Giuliano de’ Medici.
Nel 1527 fu collocata nel portico.La mano ed il globo furono visti nel 1550 da Aldrovandi nella sala Grande ma , prima della fine del XVI secolo, il globo fu portato sulla sommità della prima colonna miliare della via Appia. Revillas fece oscillare la data della separazione della mano dal globo tra il 1594 (secondo Vacca) e il 1600 ( secondo Van Aelst). Citò Vacca per quanto riguarda il fatto che testa, mano e globo furono trovati “Avanti Coliseo…”, anche se questa affermazione non può più considerasi vera.
La mano è menzionata nell’inventario del 1729 che la colloca nel Cortile, dove rimase fino al 1869. La mano e la testa colossale furono esposte nuovamente insieme e, viste le dimensioni concordanti nelle proporzioni, si potrebbe dire con certezza che fossero le parti di una medesima statua. Il piede, essendo più piccolo, doveva appartenere ad un’altra statua.
L’opera è stata rinvenuta probabilmente nei pressi del Laterano.