Falco

Inv. Scu 31

Il falco, ricavato da un unico blocco di granito nero, ben levigato e senza alcuna indicazione del piumaggio, è qui raffigurato con zampe a terra e ali chiuse sulla coda.

Si tratta dell’animale sacro più diffuso in Egitto, venerato come divinità solare, simbolo di Horus e spesso identificato con lo stesso faraone; per questo motivo i falchi vengono spesso raffigurati con la Doppia Corona del Basso e dell’Alto Egitto. Anche il falco capitolino doveva indossare in origine una corona, come sembra suggerito da un foro visible sulla testa. L’immagine del falco era sempre associata, in Egitto e a Roma, ai luoghi di culto di Iside, in quanto Horus si riteneva il frutto dell’unione tra la dea e Osiride.

La statua viene datata tra la tarda età saitica e la prima età tolemaica.

La provenienza è incerta: il falco potrebbe essere stato rinvenuto a Villa Adriana a Tivoli, o, come è stato recentemente proposto, dalla Villa Casali sul Celio, coincidente con l’area un tempo occupata dall’Iseo della Regio III.