Romolo e Remo

Peter Paul Rubens

olio su tela, cm 213 x 212

1612 circa

Roma, Musei Capitolini – Pinacoteca Capitolina, inv. PC 67

Il nucleo centrale del dipinto con la lupa che allatta Romolo e Remo si basa su uno straordinario disegno che riproduce il medesimo soggetto, parte di un’antica scultura con la personificazione del Tevere oggi al Louvre, studiato da Rubens a Roma quando il gruppo si trovava al Belvedere in Vaticano. Il disegno era appartenuto nel Seicento al celebre collezionista Sebastiano Resta, un religioso oratoriano, ed è oggi conservato nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. Nel disegno sono presenti due scritte: in alto a sinistra alcuni versi dell’Eneide sull’allattamento dei gemelli, ricopiati dallo stesso Rubens, e in basso un appunto di Resta con un elogio della grande erudizione del pittore.

Nella tela, dall’andamento maestoso e solenne, un’attenzione particolare venne dedicata al gruppo centrale, elaborato con una straordinaria forza pittorica, in cui i gemelli sono in controparte rispetto alla scultura antica e al disegno preparatorio. L’intera composizione dimostra l’attenta lettura da parte di Rubens delle varie fonti iconografiche antiche e moderne ma anche dei principali testi antichi (Virgilio, Ovidio, Tito Livio, Plutarco). Da sinistra a destra si vedono un possente vecchio (personificazione del Tevere) e vicino a lui una ninfa (probabilmente una Naiade), il “Ficus Ruminalis” (l’albero) e il pastore Faustolo che sta accorrendo. In basso il gruppo della lupa e dei due gemelli verso Romolo accorre un picchio, uccello caro a Marte (padre dei gemelli), che reca alcune ciliegie, così come tramandato Ovidio e Plutarco.

Il dipinto venne realizzato da Rubens ad Anversa nei primi anni successivi al suo ritorno dall’Italia, probabilmente nel 1612. Documentato nella raccolta Pio dal 1724, venne trasferito nelle raccolte del Campidoglio nel 1750.