Statua bronzea raffigurante un Camillo

Inv. Scu 1184

Statua di bronzo fuso, con bulbi oculari in argento, identificata come Camillo. Il Camillus era, nel mondo romano, il giovane che aiutava il sacerdote nelle cerimonie di sacrificio agli dei.

La figura indossa una corta tunica manicata, stretta in vita da una cinta serrata con un fiocco, decorata con due strette fasce verticali realizzate in rame che riproducono le strisce di porpora (clavi) delle figure di offerenti.

Ai piedi indossa un paio di sandali

La figura armonizza elementi iconografici e concezioni plastiche provenienti da epoche diverse dell’arte greca, fondendole in un gusto elegante e raffinato.

La testa mostra caratteri femminili e rimanda ai modelli delle divinità femminili di età classica nella resa della pettinatura, della fronte e delle sopracciglia; le proporzioni del corpo e la modalità di composizione e di adattamento della veste al corpo sono piuttosto di tipo maschile.

La distribuzione del peso del corpo ripete puntualmente lo schema policleteo e ricorda la soluzione adottata per una statua di Hebe – la Giovinezza, coppiera degli dei – realizzata per il Tempio di Hera ad Argo, dalla quale potrebbe essere stato ripreso sia il gesto sia più in generale lo schema iconografico del Camillo.

L’ambigua caratterizzazione sessuale di questa figura ha portato nel tempo a differenti interpretazioni.

Alla fine del Quattrocento veniva descritta come “zingara”, nei secoli successivi fu via via identificata come togato e come servo, mentre nel corso del Seicento si fa strada la sua identificazione.

La datazione è da porsi in età claudio-neroniana (14 a.C-68 d.C.) in base alle caratteristiche di realizzazione della veste e di alcuni caratteri del volto e della capigliatura.

La statua faceva parte probabilmente della donazione al popolo romano avvenuta nel 1471 ad opera di Sisto IV . Conservata fino ad allora in Laterano insieme agli altri bronzi antichi (Lupa, Spinario e resti della statua colossale di Costantino), in tale occasione fu trasferita in Campidoglio.

L’opera probabilmente fu rinvenuta a Roma.