Inv. Scu 1130
Questa statua rappresenta un giovane Genio con una cornucopia nella mano sinistra.
Sulla stessa spalla è poggiata una grande egida sempre in marmo e con serpenti a rilievo;sono presenti inoltre le tracce lasciate dagli altri serpenti che decoravano l’egida, questa volta in bronzo.
Tre ipotesi sono state proposte per questo personaggio; per la presenza della cornucopia e dell’egida potrebbe trattarsi del Genio di Giove, ma non esistono molti esempi che proverebbero questa prima teoria.
La seconda ipotesi, che propone l’identificazione del personaggio con un Genio militare, è sostenuta dalla presenza della stessa iconografia su alcune produzioni monetali di Traiano Decio.
Secondo altri studiosi infine, la statua ritrarrebbe il Genio di un imperatore vista la presenza dell’egida, attributo comune nelle rappresentazioni imperiali. Quest’ultima teoria è stata più volte criticata, nei tratti del volto profondamente idealizzati non sarebbe possibile riconoscere infatti alcun imperatore.
Il corpo del Genio è magro, le gambe altrettanto magre sono frutto di restauro. Il peso è in parte sulla gamba destra, la gamba sinistra leggermente piegata retrocede. La testa ed il viso riprendono lo stile apollineo del IV sec. a.C., l’espressione del volto è viva. I capelli sono legati con una banda, una parte è raccolta in un ciuffo sulla sommità della testa (restaurata con pezzi antichi), le restanti ciocche sono raccolte invece dietro la nuca.
L’opera non si distingue particolarmente per il suo valore artistico, ma rappresenta comunque un soggetto meritevole d’interesse.
La cornucopia, la resa ideale del corpo ed i tratti del volto quasi divini, non lasciano dubbi che questa figura sia un Genio, ma l’introduzione dell’egida rende l’identificazione più ardua.
La statua, datata in età domizianea, è stata ritrovata nei pressi di Via Labicana.