Inv. Scu 1089
Il cavallo, realizzato in marmo pentelico e parzialmente ricostruito da numerosi frammenti, e’ raffigurato stante, con la zampa anteriore sinistra e quella posteriore destra spostate in avanti. Il pelo e’ trattato a fluidi ciuffi che ricadono in curve eleganti.
L’animale è stato ricostruito all’interno di un gruppo con auriga e carro. La resa della coda, infatti, presenta forti analogie con la lavorazione delle chiome dell’auriga; la qualita’ del marmo è simile, i supporti e i perni analoghi, le tracce di coloritura rossa identiche.
L’opera si adegua perfettamente alla tradizione del secondo venticiquennio del V scolo a.C. grazie al confronto con i cavalli del frontone orientale del tempio di Zeus ad Olimpia.
E’ conservato meglio nella parte inferiore dove e’ stato riscostruito quasi tutto il ventre con le zampe anteriori fino all’altezza delle ginocchia e la zampa sinistra posteriore; è conservata anche la parte anteriore fino all’attacco del collo.
Ci sono forti lacune su tutto il dorso specialmente sul lato destro. Sono conservati, infine, tutta la coscia sinistra ma solo un frammento della destra, la coda e il sostegno a forma di tronco sotto il ventre, ma non la base.
Si tratta di una copia realizzata in età claudia (41- 54 d.C.) da un originale di V secolo a.C.
L’opera proviene dall’ Esquilino.