Inv. Scu 744
La dea, identificata come Iside, indossa una tunica (chitone) lunga fino ai piedi ed un mantello annodato sul seno (con il caratteristico “nodo isiaco”). Un lembo di velo le ricopre il capo, sul quale è adagiato il disco solare affiancato dalle tipiche decorazioni a forma di serpente (urei) e sormontato da palmette.
Nella mano sinistra, parallela al corpo e appena discosta da esso, regge una brocchetta (di restauro); nella mano destra invece lo strumento musicale che accompagna la Dea, il sistro.
L’opera è datata ad età claudia per il trattamento del panneggio e del volto. E’ stata interpretata come replica romana di un’opera greca del 300 a.C., o anche come opera eclettica creata a Roma subito dopo la proibizione del culto isiaco da parte di Augusto e Tiberio.
Si è pensato perfino alla statua di culto dell’Iseo Campense raffigurata su alcune monete con una iconografia molto simile a quella della statua di Palazzo Nuovo.
In passato si riteneva che questa scultura fosse stata trovata a metà del ‘700 nei pressi del Pecile di Villa Adriana a Tivoli, ma in realtà era nota in una collezione privata a Roma già dal 1704, per passare nella Collezione Albani nel 1720.