Inv. Scu 656
Il Centauro (essere semi-ferino) è interamente nudo, ad eccezione di un piccola pelle di animale selvatico poggiata sul braccio sinistro. Nella mano sinistra tiene il piccolo bastone nodoso tipico dei satiri (pedum). Altri attributi del mondo dionisiaco sono riconoscibili sul sostegno al di sotto del ventre dell’animale (un flauto di Pan o siringa ed un ramo di pino).
Sul plinto sono incisi i nomi degli scultori che eseguirono l’opera: si tratta di Aristeas e di Papias, probabilmente artisti provenienti da Afrodisia.
Questa città dell’Asia Minore era sede di una scuola di abili copisti di opere greche, alcuni dei quali, negli ultimi decenni del I secolo d.C., si trasferirono a Roma.
Il marmo grigio, con il quale è stata realizzata l’opera, è un materiale raro e pregiato, estratto dalle cave del promontorio di Capo Tenaro in Laconia.
La statua fu rinvenuta nel 1736 nella Villa dell’imperatore Adriano a Tivoli ed è stilisticamente assegnabile all’età adrianea (117-138 d.C.)