Ritratto di un barbaro

Inv. Scu 548

Il ritratto rappresenta un uomo di mezza età con la testa decisamente rivolta a destra.

I capelli, ripartiti da una scriminatura centrale, ricadono in morbidi riccioli dietro le orecchie; la barba si dispone in ciocche disordinate. I grandi occhi di forma allungata mostrano iride e pupilla incise.

I tratti del volto e i capelli piuttosto selvaggi suggeriscono che il personaggio qui rappresentato non fosse né greco, né romano; di fatti, il tipo scultoreo trova confronti sui ritratti monetali di re barbari che regnavano nel re del Bosforo durante il II secolo d.C., in particolare Titus Julius Rhoemetalces (131/2 -153/4 d.C.) e Titus Julius Eupator ( 154/5- 170/1 d.C.).

Sebbene l’identificazione del ritratto capitolino con i due re orientali non sia ulteriormente dimostrabile, si può comunque sottolineare che l’esistenza di altre due copie dello stesso ritratto (una Modena, l’altra Firenze, entrambe rinvenute a Roma, presumibilmente sull’Aventino) lascia supporre che ad essere rappresentato fosse un personaggio di rango elevato.

Lo stile e la tecnica di lavorazione farebbero fissare la datazione alla metà del II secolo d.C.

Giunto al Museo Capitolino attorno alla metà del XVIII secolo, il ritratto inizialmente venne sistemato nella Sala dei Filosofi (fino al 1930), poi brevemente in una delle Stanze terrene e in fine (dal 1945) nella Sala delle Colombe.