Inv. Scu 220
Statua femminile drappeggiata, la testa originaria è stata sostituita con una moderna, con la fisionomia dell’imperatrice Faustina Maggiore;
Il modello statuario a cui si è ispirato il copista romano è duplice, risalendo per l’impostazione generale e in particolare delle braccia, completamente avvolte dal mantello (himation), al ben noto prototipo della “Grande Ercolanense”, detto dal luogo di ritrovamento dei più noti esempi del tipo statuario.
La disposizione del panneggio con il mantello diagonale sulle gambe rimanda invece a prototipi di impronta rodia creati nell’ Ellenismo maturo.
Questi modelli furono largamente utilizzati in epoca romana, a partire dalla tarda repubblica e poi nella prima e media età imperiale come statue iconografiche, sia funerarie che onorarie, per rappresentare principesse o private cittadine il cui ritratto era frequentemente lavorato separatamente ed inserito nel busto.
La statua capitolina, per la lavorazione piatta e convenzionale del panneggio, appare una modesta realizzazione del II secolo d.C.
La statua si trovava nei Giardini Vaticani.