Inv. Scu 48
L’imperatrice Faustina, moglie di Antonino Pio, è raffigurata nel tipo della Concordia, con il corno dell’abbondanza nella sinistra ed una scodella (patera) nella destra. Indossa una tunica a mezze maniche ed un mantello, che ne copre la figura dai fianchi alle caviglie.
I capelli, divisi al centro, sono acconciati con una stretta treccia sulla sommità della nuca, secondo la pettinatura di moda negli anni Sessanta del II sec. d.C.
La figura stante, gravita sulla gamba destra mentre la sinistra si presenta leggermente arretrata; le braccia, pur oggetto di restauro integrativo, dovevano presentarsi in maniera non dissimile: la sinistra a reggere la cornucopia, la destra protesa leggermente in avanti.
Il tipo classico è stato rielaborato e adattato in epoca imperiale a rappresentare particolari personificazioni prescelte per le immagini delle imperatrici divinizzate; in questo caso ci troveremmo di fronte ad un’immagine postuma dell’imperatrice Faustina Maggiore, realizzata con particolare ricercatezza.
Il restauro ha messo in luce resti di dorature sul volto e tra le ciocche dei capelli, e residui di metallo sul petto, che forse era decorato da un pettorale di metallo.
La statua fu rinvenuta presso un ambiente termale scoperto dove attualmente sorge la Stazione Termini, nell’area di Villa Massimo, già Villa Montalto-Negroni.
Nel complesso si tratta di una composizione eclettica, di media età antonina (160-180 d.C.), ispirata ai modelli del V secolo a.C., come la kore del Museo Archeologico di Venezia e la “Kore Albani”.