Statua femminile acefala

Inv. Scu 899

La figura femminile di proporzioni matronali indossa una lunga tunica (chitone) senza maniche cinta sotto il seno e un mantello (himation) che, con un lembo poggiato sulla spalla sinistra, scende obliquamente lungo il dorso ed è riportato davanti con una complessa piegatura (sinus). I polsi sono ornati da due bracciali mentre un terzo, formato da due nastri con al centro una fila di perline e un medaglione con figura maschile a rilievo, cinge il braccio sinistro all’altezza del bicipite.

I riferimenti all’arte di Prassitele sono riconoscibili nella stilizzazione della stoffa del chitone, nella cintura molto alta, nel piccolo lembo rigonfio che sporge dal rollo dell’himation, nelle pieghe incise a triangolo sul davanti.

La figura si appoggia sulla gamba destra portando indietro e lateralmente la sinistra, che poggia a terra con la pianta del piede. Il busto è leggermente curvo indietro e volto con lieve torsione a destra.

La statua era stata restaurata negli anni Venti del ‘900 integrandola con una testa di Apollo, non pertinente, che è stata successivamente rimossa. Il plinto antico, del quale resta solo la parte centrale, è inserito in una base moderna.

L’opera è una copia forse di epoca traianea da un originale attribuito al IV secolo a.C., in particolare all’arte dello scultore Prassitele in base ai caratteri delle vesti e al loro stile di realizzazione

L’opera è stata rinvenuta probabilmente a Roma.