Inv. Scu 264
La statua, che raffigura una donna seduta su uno sgabello con alto cuscino, aveva probabilmente una destinazione funeraria. Lo schema tipologico, con il gomito del braccio destro poggiato sul polso del braccio sinistro, corrisponde al tipo della cosiddetta “Pudicitia”, raffigurazione della dea che personificava la virtù della modestia.
La donna, non più giovane, ha tratti fortemente individualizzati, come mostra il trattamento degli zigomi, accentuati, del mento sporgente e delle labbra, piccole e chiuse. I capelli, visibili all’attaccatura della fronte al di sotto del velo, corrispondono ad un tipo di acconciatura diffuso intorno agli anni Trenta del I sec. a.C.
L’opera venne ritrovata nel 1817 nella Vigna Moroni, di fronte alla chiesa “Domine Quo Vadis” , sulla via Appia ed è stata datata alla tarda età repubblicana .